FLORA VAGINALE AUTOCTONA E POSSIBILI ALTERAZIONI
La vagina è il canale muscolo-membranoso che si estende dalla parte terminale dell'utero (cervice) alla vulva. E' dotata di una flora microbica autoctona, denominata “Flora di Doderlein”, in onore del ginecologo tedesco che nel 1892 ne documentò per primo l'esistenza. La flora autoctona è composta principalmente da Lattobacilli, di diverse specie e non patogeni, che vivono in perfetta simbiosi con l'ambiente vaginale e ne mantengono l'equilibrio fisiologico. In percentuali diverse sono poi presenti anche batteri aerobi, anaerobi e lieviti (Streptococchi, Enterococchi, Enterobatteri, Gardnerella, Mycoplasma e Candida).
Questi possono essere potenzialmente patogeni, ma i Lattobacilli sono in grado di evitarne la proliferazione in due modi: producendo sostanze battericide e mantenendo il pH vaginale compreso tra 3.5 – 4.5. Il pH dal valore acido non favorisce la proliferazione della maggior parte dei possibili patogeni vaginali e può essere mantenuto tale percheé i lattobacilli, nutrendosi di sostanze presenti nel canale vaginale (soprattutto glucosio), producono acido lattico.
Questi possono essere potenzialmente patogeni, ma i Lattobacilli sono in grado di evitarne la proliferazione in due modi: producendo sostanze battericide e mantenendo il pH vaginale compreso tra 3.5 – 4.5. Il pH dal valore acido non favorisce la proliferazione della maggior parte dei possibili patogeni vaginali e può essere mantenuto tale percheé i lattobacilli, nutrendosi di sostanze presenti nel canale vaginale (soprattutto glucosio), producono acido lattico.
L'equilibrio dinamico e delicato dell'ambiente vaginale può venire meno con la diminuzione del numero dei lattobacilli presenti, diminuzione provocata da fattori fisiologici o non fisiologici come:
- Stress
- Dieta e stile di vita (es. fumo, consumo di alcolici, consumo di dolci...)
- Uso di indumenti poco traspiranti (es. pantaloni molto stretti o mutande di materiali sintetici..)
- Uso di saponi intimi troppo aggressivi: predispongono a irritazioni delle mucose soprattutto vulvari, aumentando la possibilità di penetrazione da parte di batteri patogeni. La vulva andrebbe lavata solo con acqua, mentre il sapone andrebbe usato solo in zona anale.
- Uso di saponi NON dedicati alle parti intime (ad es. quando siete in doccia usate il bagnoschiuma). Prodotti troppo sgrassanti provocano secchezza eccessiva, che può degenerare in prurito e microlesioni.
- Troppa igiene (vedi sopra) o scarsa igiene (ad es. non lavarsi accuratamente dopo aver defecato, asciugarsi con la carta da dietro a davanti..).
- Mestruazioni: la presenza di sangue fa variare il pH, così come la modificazione dei livelli ormonali e provocano anche leggero dilavamento dei lattobacilli.
- Stati fisiologici particolari come menopausa, gravidanza: alterazioni della flora dovute a mix di fattori prevalentemente ormonali
- Pillola/Anello anticoncezionale: l'alterazione del naturale livello di estrogeni dovuta alla pillola, fa diminuire la disponibilità di glucosio e di conseguenza toglie nutrimento ai Lattobacilli. Per questo motivo, l'assunzione di pillola anticoncezionale predispone maggiormente a infezioni vaginali di diverso tipo.
- Cure antibiotiche a carattere topico-locale o sistemico: eliminano anche una parte di batteri simbionti sia della vagina che dell'intestino, promuovendo il proliferare di batteri più resistenti.
- Rapporti sessuali, soprattutto con passaggio del pene/dita da retto a vagina
- Microlesioni della mucosa vaginale e della cute vulvare
- Mare, piscina, palestra, attività sportiva che provoca sfregamenti (es. umidità + temperatura elevata + tessuti poco traspiranti..)
La possibilità per una donna in età fertile di avere un'infezione vaginale o alle vie urinarie inferiori (uretra) è molto alta.
Alcune donne sono maggiormente predisposte di altre, poicheé sono più sensibili o soggette ai fattori di stress elencati sopra. L'importante in caso di infezione vulvo-vaginale è di evitare il “fai da te”, rivolgendosi al proprio ginecologo tempestivamente non appena si notino dei disturbi. Alcune infezioni molto “banali” possono progredire in modo cronico e dare infezione anche alle vie urinarie o ridurre la fertilità. Il principale sintomo generico di infezione vaginale è la leucorrea, cioè l'aumento di secrezione vaginale.
Alcune donne sono maggiormente predisposte di altre, poicheé sono più sensibili o soggette ai fattori di stress elencati sopra. L'importante in caso di infezione vulvo-vaginale è di evitare il “fai da te”, rivolgendosi al proprio ginecologo tempestivamente non appena si notino dei disturbi. Alcune infezioni molto “banali” possono progredire in modo cronico e dare infezione anche alle vie urinarie o ridurre la fertilità. Il principale sintomo generico di infezione vaginale è la leucorrea, cioè l'aumento di secrezione vaginale.
La leucorrea fisiologica si presenta durante le diverse fasi del ciclo mestruale: durante l'ovulazione o prima delle mestruazioni, come anche in gravidanza. In questi casi varia dal colore bianco-lattiginoso, al trasparente (tipo albume d'uovo).
La consistenza è più o meno viscosa e la leucorrea fisiologica è inodore o con odore leggermente acido. Il cambiamento di colore o di odore di queste perdite (es. viraggio del colore al giallo-verde-grigio, odore sulfureo, odore di pesce, cambiamento di consistenza..) può essere indicativo di un'infezione.
La consistenza è più o meno viscosa e la leucorrea fisiologica è inodore o con odore leggermente acido. Il cambiamento di colore o di odore di queste perdite (es. viraggio del colore al giallo-verde-grigio, odore sulfureo, odore di pesce, cambiamento di consistenza..) può essere indicativo di un'infezione.
Una leucorrea patologica è di solito accompagnata anche da altri sintomi come: rossore, bruciore, gonfiore, prurito, dolore soprattutto durante i rapporti. E' importantissimo fare un controllo ginecologico accurato e, prima di intraprendere qualsiasi cura, sarebbe buona prassi procede con l'esecuzione di un tampone vaginale. Una cura mirata delle patologie infettive vaginali programmata dopo aver individuato il tipo di patogeno che le ha provocate aumenta la possibilità di guarigione e riduce le recidive.
La cura non si deve inoltre limitare a debellare il patogeno che sostiene l'infezione, ma occorre anche adoperarsi in ogni modo per ristabilire il benessere della flora vaginale fisiologica e a mantenerla efficiente. Inutile curare se poi le abitudini che promuovono la comparsa di queste patologie non cambiano: ci vuole un piccolo sforzo da parte della donna che dovrà prendersi cura di se stessa “a tutto tondo”.
CANDIDA
La candida è un micete e più precisamente viene definita “lievito” per la caratteristica di essere costituita da un corpo unicellulare. Sono diverse le specie di candida che possono dare infezione nell'uomo. La specie più diffusa è sicuramente la C. Albicans, ma sono riportati numerosi nuovi casi di micosi sostenuta da altre specie. Si pensa che questo sia dovuto all'uso smodato e poco corretto di prodotti antimicotici, prescritti senza l'applicazione di un criterio diagnostico, che fanno sviluppare nei miceti (e anche nei batteri) il fenomeno della resistenza.
Candida vive in simbiosi come commensale nell'organismo principalmente a livello di mucose e lungo il tratto intestinale. La sua proliferazione è promossa da cause secondarie, come una dieta scorretta (es. troppo ricca di zuccheri che vanno a nutrire il fungo), calo delle difese immunitarie, ormoni, lesioni della mucosa, farmaci, indumenti ecc.. Come vedete sono le stesse cause che promuovono lo squilibrio della flora microbica vaginale!
Le infezioni da candida vengono definite vulvo-vaginali, poiché provocano l'arrossamento della vulva con bruciore, prurito, dolore durante i rapporti e a volte con la presenza di placche bianche a livello della mucosa. L'infezione da candida provoca leucorrea a “fiocco di ricotta” e le perdite sono inodori.
Attenzione: questo tipo di perdita non va confusa con la normale leucorrea fisiologica, in alcuni casi molto simile e non tutte le candide danno leucorrea a “fiocco di ricotta”. Da questo tipo di dubbi spesso nasce la scorretta interpretazione dell'infezione vaginale da parte della donna e a volte anche del medico. E' l'ulteriore conferma di come sia necessario svolgere un tampone per la corretta identificazione del patogeno.
Attenzione: questo tipo di perdita non va confusa con la normale leucorrea fisiologica, in alcuni casi molto simile e non tutte le candide danno leucorrea a “fiocco di ricotta”. Da questo tipo di dubbi spesso nasce la scorretta interpretazione dell'infezione vaginale da parte della donna e a volte anche del medico. E' l'ulteriore conferma di come sia necessario svolgere un tampone per la corretta identificazione del patogeno.
Con micosi in corso possono instaurarsi altre infezioni dovute a batteri (es. E. Coli, Gardnerella) che approfittano anch'essi del calo delle difese per proliferare. Vale anche il discorso contrario: su una infezione da batterio, candida può proliferare.
Candida si riproduce per via asessuata, con una replicazione che avviene per gemmazione: da una cellula di questo lievito, si generano altre cellule figlie. Le cellule del lievito possono rimanere unite e formare pseudoife e ife (dipende dalle condizioni in cui si trova candida). Tramite pseudoife o ife vere si espande, perché queste strutture le garantiscono potere di adesione alla mucosa, oltre che capacità infiltranti.
Candida si riproduce per via asessuata, con una replicazione che avviene per gemmazione: da una cellula di questo lievito, si generano altre cellule figlie. Le cellule del lievito possono rimanere unite e formare pseudoife e ife (dipende dalle condizioni in cui si trova candida). Tramite pseudoife o ife vere si espande, perché queste strutture le garantiscono potere di adesione alla mucosa, oltre che capacità infiltranti.
Alcune volte candida ha la capacità di dare recidive e infezioni croniche poiché può penetrare la mucosa vaginale. Quando succede, i farmaci possono essere inefficaci se non vengono utilizzati prodotti sistemici. La cronicizzazione di candida è promossa prevalentemente dal trattamento non corretto dell'infezione, dalla mancata riduzione-eliminazione dei fattori di rischio e da caratteristiche legate all'individuo e al tipo di candidosi.
LA COPPETTA: UN'ALLEATA DELLA DONNA!
La coppetta mestruale presenta numerosi vantaggi rispetto all'uso di assorbenti classici, vantaggi ampiamente documentati e certificati da specialisti in ginecologia e dalle ostetriche (che spesso conoscono meglio dei medici questo dispositivo). Individuata la giusta coppetta, con un po' di pazienza e senza timori, imparerete ad utilizzarla e inizierete a vivere le mestruazioni in una modo completamente diverso.
La maggior parte degli assorbenti in commercio sono costituiti da materiale sintetico o plastico, trattato chimicamente e sempre più spesso arricchito da profumo. Generalmente gli assorbenti limitano la traspirazione e creano un ambiente umido e favorevole alla proliferazione batterica. Anche gli assorbenti di cotone, seppur migliori degli altri, possono creare le condizioni ambientali adeguate alla proliferazione batterica e all'insorgenza di irritazioni e infezioni. Nel caso di assorbenti interni l'effetto assorbente si estende anche alle normali secrezioni vaginali provocando irritazioni e infezioni non solo alla vulva, ma anche al canale vaginale.
Moltissime donne lamentano irritazioni di vario genere soprattutto poco prima, durante o poco dopo le mestruazioni. Ciò avviene perché in queste fasi del ciclo vi è un indebolimento fisiologico delle difese vaginali (cause prevalentemente ormonali) e l'uso di assorbenti classici non fa altro che promuovere spiacevoli situazioni.
E' bene ricordare che i principali patogeni vaginali provengono dall'intestino della donna, o sono già presenti a livello della vagina, o vengono trasmessi attraverso i rapporti sessuali anche da partner fissi, poiché i patogeni vivono benissimo anche a livello delle mucose delle pieghe prepuziali, del canale eiaculatore maschile e nel liquido seminale. Per la conformazione anatomica della donna ano - vagina - uretra sono molto vicini e rendono facili e frequenti gli scambi di patogeni come Candida albicans e Escherichia coli (entrambi vivono normalmente a livello intestinale e in particolare E.coli è frequentemente causa di cistiti o vaginiti). La coppetta è costituita da silicone medicale o TPE (Meluna, Gea), e la sua superficie non è ideale per la proliferazione batterica e non permette l'annidamento o la agevole replicazione dei batteri, anche se contiene il sangue mestruale.
La coppetta permette la traspirazione della cute vulvare riducendo il rischio di irritazioni, non assorbe le secrezioni fisiologiche, non è trattata chimicamente per essere sbiancata e non contiene sostanze irritanti (affidatevi per questo solo a coppette con certificazioni!). Alcune donne lamentano l'insorgenza di irritazioni o infezioni conseguentemente all'uso della coppetta, ma è il caso di precisare che in alcuni casi questo può essere promosso dall'uso scorretto della stessa o da situazioni pre-esistenti.
Ecco alcuni esempi:
Ecco alcuni esempi:
- Era già presente un disequilibrio della flora, con un inizio di infezione o irritazione.
- Potreste esservi graffiate o pizzicate con le unghie, soprattutto se lunghe: senza rendervene conto in questo modo potreste aver portato in vagina dei batteri patogeni o lesionato la mucosa, promuovendone l'irritazione e infezione. In questo caso può essere utile utilizzare guanti usa e getta, quelli senza polvere, per svolgere le varie operazioni di inserimento e rimozione della coppetta.
- Potreste aver irritato le mucose con lo sfregamento provocato dalla coppetta, soprattutto se avete iniziato da poco a utilizzare la coppetta mestruale.
Le piccole lesioni da sfregamento, che provocano irritazione, si verificano se per esempio avete fatto svuotamenti troppo frequenti per timore delle perdite, o se avete avuto problemi di posizionamento e siete state costrette a togliere e rimettere la coppetta diverse volte nell'arco di breve tempo. In questo caso ci sentiamo di suggerire l'uso di lubrificanti a base d'acqua, assolutamente non oleosi, possibilmente con ingredienti naturali e senza sostanze irritanti. Potete distribuirne una piccola quantità sul bordo della coppetta e all'entrata del canale vaginale a livello della vulva. Se la vostra vulva o la vagina sono irritate e se sono in corso infezioni particolari, evitate di fare manipolazioni che possono peggiorare il problema: meglio interrompere o non iniziare ad usare la coppetta fino alla guarigione della cute e delle mucose. In questi casi sarebbe meglio optare per assorbenti lavabili o in cotone (non trattati chimicamente, come ad es. quelli in vendita nei negozi eco-bio, o in alcune farmacie, parafarmacie o erboristerie).
Se invece vi sembra di riuscire ad usare la coppetta senza problemi, fate pure a vostra discrezione.
Per mantenere adeguata l'igiene dalla coppetta attenetevi alle istruzioni del produttore.
Per mantenere adeguata l'igiene dalla coppetta attenetevi alle istruzioni del produttore.
La bollitura in acqua per 3-5 minuti garantisce l'eliminazione di batteri e lieviti eventualmente presenti sulla coppetta.
I lieviti come Candida, comprese le loro ife e pseudoife, hanno una resistenza alle alte temperature che è pari a quella delle forme vegetative dei batteri termofili e la bollitura è sufficiente per eliminarli.
L'uso di prodotti per la sterilizzazione a freddo (es. pastiglie milton, amuchina, altre soluzioni simili) è da considerarsi limitato a casi eccezionali in cui non si può procedere con bollitura o in caso di situazioni particolari.
I lieviti come Candida, comprese le loro ife e pseudoife, hanno una resistenza alle alte temperature che è pari a quella delle forme vegetative dei batteri termofili e la bollitura è sufficiente per eliminarli.
L'uso di prodotti per la sterilizzazione a freddo (es. pastiglie milton, amuchina, altre soluzioni simili) è da considerarsi limitato a casi eccezionali in cui non si può procedere con bollitura o in caso di situazioni particolari.
Fonti
G.POLI , A.COCILOVO, P.DALL' ARA, P.MARTINO, W.PONTI “Microbiologia e immunologia veterinaria”, II edizione, Utet Scienze Mediche, Milano, 2005. D.R. HOSPENTHAL, M.G. RINALDI “Diagnosis and treatment of fungal infections” II edizione, Springer, Switzerland, 2015. J.WHEAT, G.R.MANDELL, R.D.DIAMOND “Atlas of infectious disease – Fungal infections” II edizione, Current Medicine group, Philadephia, 2000.
J.R CARTER, D.J.WHITE “Essential veterinary bacteriology and micology”, VI edizione, Iowa State Press, Iowa, 2004. I.AHMAD, M.OWAIS, M.SHAHID, F.AQIL “Combating fungal infections: problems and remedy”, Springer, 2010. F.L. MAYER, D.WILSON, B.HUBE “Candida albicans pathogenicity mechanisms” Virulence, 4:2, 119-128, DOI: 10.4161/viru.22913, 2013 (Articolo)
J.BROWN, M.D.SOBSEY “Boiling as household water treatment in Cambodia: a longitudinal study of boiling practice and microbiological effectiveness” Am. J. Trop. Med. Hyg., 87(3), 2012, pp. 394–398 doi:10.4269/ajtmh.2012.11-0715, 2012. (Articolo)
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